giovedì 11 agosto 2016

A cavallo

a cavallo
c’è stato un tempo in cui credevamo di saperlo, credevamo che quando il testo diceva, sul tavolo c’era un bicchiere d’acqua, ci fosse davvero un tavolo e sopra il tavolo un bicchiere d’acqua, e ci bastava guardare nello specchio di parole del testo per vederli, tutto questo è finito, lo specchio di parole s’è infranto irreparabilmente, a quanto pare, jm coetzee
poesia assassinata dalla società
tivvù
la natura ignora gli eventi
i contadini, concepiscono la loro vita come qualcosa che si iscrive spontaneamente nel ciclo della natura attraverso la necessità del lavoro, della sussistenza e riproduzione materiale, e contano i loro giorni come un ricorrere di gesti rituali e immodificabili, la zappatura, la semina, il raccolto, la nutrizione gli animali
necessità e contingenza
credenze, aspettative, desideri, speranze
alimentare il computer
molteplicità turbinosa e stordente
fredda dissezione oculare
luciopicca

venerdì 5 agosto 2016

...vita buona

Per vivere una vita buona, l’individuo non deve esprimere la propria identità, creare, lasciare un’opera, un gesto speciale, una traccia personale del proprio unico e irripetibile passaggio nel mondo: la pretesa che ogni io goda di una singolarità irriducibile, di una diversità da preservare e difendere come un oggetto prezioso, è una concezione erronea della natura, un falso mito moderno.
Barbara Carnevali