giovedì 25 febbraio 2016

non mangio



foto: luciopicca
non mangio

sono stati gettati su una via, in fondo alla via c’è un atto che li aspetta
le mosche di argo sembrano più accoglienti delle persone
i dati reali sono visti come il maggior pericolo per l’ordine costituito
sacro, attualizzato nelle forme del consumo
il generico quanto autentico fascismo
all’aver pensato di diventare un batterista jazz per poi scoprirsi senza talento
era un libro gigante, di quelli che esteticamente sembrano contenere tutte le verità possibili
la diffrazione crea disegni inconsueti, del senso, dell’ambizione, della solitudine
lunedì neri, laghi disseccati, cina, pozzanghere di brodo primordiale, serotonina, apocalisse, google, idrogeno e metano, satelliti, parigi, viscere del cosmo, default, plutone troppi muscoli da usare, acqua, ammoniaca, nucleotidi e dna, america, silenzio, buio omega, saturno contro urano, contaminazioni, sillogismi e imperativi, anche una cosa stupida, arabia saudita, wto, crepuscolo, cubo e ipercubo, gli spazi di calabi-yau, un brivido lucido e nero come di seta, il calore della singolarità, l’aurora boreale, nello spettro tra il rosso e il blu, tasso d’interesse, dimensioni, atlantico, scarti di qualche supernova, gengive, tra l’after party e il panico, lacrime calde, metilone e mefredone, eruzioni tossiche, fukushima, nagasaki e mururoa, veloce come luce, materia oscura, pure a sparire ci si deve abituare, milano, fulmini, saette e tempeste elettriche, un piano lucido, quanti modi di resistere quando qualcuno non c’è più, niccolòcontessa
cuoce le nostre vite facendole ribollire
appena al di fuori della mia portata c’è qualcos’altro che appartiene al resto di me
c’è qualcosa nello spazio tra ciò che so e ciò che sono, dondelillo
il presente può tentare di apparirci come l’opzione meno possibile
godere di beni minimi e necessari, quali il cibo necessario e non superfluo, il vestiario necessario
la casa necessaria e non superflua
il pane, l’olio, il pomodoro, la pasta, il vino, il salame
educazione elementare delle cose che ci sono utili e anche dilettevoli alla vita
riconoscere il momento in cui altri orizzonti si schiudono
una serie di particolari personali messi insieme
rendersi esattamente conto di ciò che si compra
l’uniformità piatta e fantomatica dei volti, delle voci, del linguaggio
un enorme bottega di stracci non necessari
pura fonia, flatus vocis
nuovo fascismo senza storia

luciopicca

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