giovedì 24 marzo 2016

Etichette



Etichette sociali e ruoli, pensate all’immagine vivida del Lear di Shakespeare. Quando nella landa dove infuria la tempesta re Lear indaga con furia lunatica sulle cose umane e così risponde alla domanda: “non è, dunque, l’uomo altro che questo? Si deve dire che questo è il povero Tom di Bedlam, nella bufera. Il povero Tom che contrasta nudo con la feroce rabbia del cielo. Consideriamolo. Esaminiamolo, ora un po’: tu non devi né seta al baco né lana alla pecora né pelle alla belva né profumo allo zibetto. Eh, ce n’è tre qui: sofisticati, adulterati. Tu sei solo la cosa così com’è. L’uomo inalduterato non è altro che un povero animale nudo e forcuto come te. Presto, sbottonatemi qua. Via, via ciarpame! Basta. Via, via roba presa in prestito! La pelle nuda, il corpo nudo, senza più il paramento che lo tormenta e lo riempie di pustole, di ombre e macchie purulente. Via, via macchie!” Possiamo dire che Lear, nella scena della follia, prende distanza rispetto alla corona che, come etichetta, socialmente lo identifica.

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