lunedì 18 settembre 2017

Racconto-emblema di Paul Valéry



 Racconto-emblema di Paul Valéry:

“Una mattina, all’indomani di una pesca molto fruttuosa in cui erano stati
presi centinaia di tonni, andavo al mare per il bagno. Avanzai dapprima
lungo un piccolo molo, per godere della magnifica luce. Improvvisamente,
abbassando lo sguardo, scorsi a qualche passo da me, sotto l’acqua
meravigliosamente piatta e trasparente, un orrido e splendido caos che mi
fece rabbrividire. Delle cose di un rossore ributtante, masse di un rosa
delicato o di un porpora profondo e sinistro giacevano colà… Riconobbi
con orrore l’ammasso raccapricciante delle viscere e delle entragne di tutto il
branco di Nettuno rigettato in mare dai pescatori. Non potevo fuggire né
sopportare ciò che guardavo, perché il disgusto che mi provocava quel
carnaio rivaleggiava dentro di me con la sensazione di reale e singolare
bellezza di quel disordine di colori organici, di quegli ignobili trofei di
ghiandole, da cui sfuggivano fumi sanguinolenti e sacche pallide e
tremolanti trattenute da non so quali fili sotto la velatura dell’acqua così
chiara, intanto che l’onda infinitamente lenta cullava, nel limpido spessore,
su tutta quella carneficina, un fremito d’oro impercettibile.”

Nessun commento:

Posta un commento