lunedì 8 agosto 2022

L'uomo, essere fragile

« *L’uomo è un essere fragile. Nasce nel linguaggio, vive nel diritto e muore nel mito. Sottoposto a un cambiamento smisurato, perde la sua dignità di uomo* ». (Ivan Illich)

“Siamo in un momento di mutamenti così rapidi, che non ci si può cristallizzare e fermare su un’idea neanche un minuto.

“Il principio unificatore… è lo spirito tecnologico, ossia la cultura della scienza applicata.

“La tecnica nega l’arte. Bisogna servirla, la tecnica, altrimenti è l’angoscia, la morte. Si impone, annienta ogni sentimento che non sia pronto a sottostarle. Uccide l’umanità, vale a dire l’umano nell’uomo. Fermarsi, rifiutare una situazione, cercare per altre vie, porsi degli interrogativi, in una parola educarsi, significa sottoporsi a una tale tensione, a una marcia controcorrente così faticosa che solo un’élite (e domani una super élite) potrà permettersi, accettando la morte, il retaggio sociale di affrontare il problema”.

“Non amo l’applicazione della scienza, questo serrato, inesorabile, ciclo di produzione e consumo, non amo l’uomo trasformato in consumatore. Come non amo la scomparsa della cultura, dell’arte, dell’artigianato, del contadino, della religione… Quando i contadini erano soli nei campi e alzavano la frasca di ulivo per scongiurare il temporale, rappresentavano una forma autentica, reale, della vita umana. Era cultura, anche se sotto forma di un’oscura, rustica, religiosità”.

(P.P.Pasolini)

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