martedì 3 maggio 2016

bellezza


bellezza
la pubblicità non parla di oggetti, bensì di relazioni 
oggetti di noi stessi
la vergogna di non aver successo
trasformiamo ogni episodio reale in una storia con una trama 
spettacolarizzazione
assenza di dibattito
precipitano le relazioni umane
eleva la precarietà a struttura fondamentale e permanente
conformismo, pacificazione, adeguamento
fate finta di essere felici
articolare un disagio e una critica
egoismo, sfruttamento
corsa al profitto, decorazione, coltivazione del consenso, gentrificazione dell’immateriale
la mente deve adattarsi a un’emergenza
precedenza data al parametro economico
tradurre tutte le cose nei termini di un’unica realtà
sapere e capacità
anarchico vagare dello sguardo
occhio meccanico senza palpebre
l’illusione mimetica
effetto di mediazione
mito della descrizione esaustiva
il dettaglio non coincide più con un surplus di conoscenza ma con la cecità
dettaglio, sguardo
amputazione, frammento
algebrico
banca-sovrano senza stato
filosofia ridotta a economia
visione funzionalistica

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