venerdì 6 agosto 2021

Lettera – Hölderlin (ritaglio) luciopicca

 

Lettera – Hölderlin

(ritaglio)

luciopicca

 

Perdonami che Diotima muoia

prendilo come un ringraziamento

spesso tanto più vero quanto più goffamente si esprime…

ho sempre finto di potermi adattare a tutto,

come se fossi una palla da gioco nelle mani degli uomini e delle circostanze

(…) sempre lottato per aver quiete

taciuto quel che non si può mutare

(…) vivere anche di rinuncia

dire risolutamente addio alla speranza



«Ecco il nostro Hyperion, cara! Ti darà pure un fuoco di gioia, questo frutto dei nostri giorni pieno del calore dell’anima. Perdonami che Diotima muoia. Ricorda che è un punto che non ci ha visti del tutto unanimi, allora. l’ho creduto necessario per come il romanzo era impostato. Carissima! Tutto ciò che qui e là è detto di lei e di noi, della vita della nostra vita, prendilo come un ringraziamento, spesso tanto più vero quanto più goffamente si esprime… Cos’è meglio, dimmi, che tacciamo ciò che è nei nostri cuori, o che lo diciamo? – Sempre per risparmiarTi ho fatto la parte del bambino – ho sempre finto di potermi adattare a tutto, come se fossi una palla da gioco nelle mani degli uomini e delle circostanze e non avessi in me un cuore saldo, che batte fedele e libero nel suo diritto al meglio, vita mia carissima! Spesso mi sono negato il mio amore più caro, i pensieri a Te, vi ho rinunciato solo per vivere più dolcemente possibile, per amor Tuo, questo destino, – anche Tu, Tu che sei la pace! Hai sempre lottato per aver quiete, hai sopportato con forza da eroe e taciuto quel che non si può mutare, hai nascosto e sepolto in Te la scena eterna del Tuo cuore… Ho già pensato che potremmo vivere anche di rinuncia, che forse anche questo ci renderebbe forti, dire risolutamente addio alla speranza» (LA, p. 80). – Hölderlin,  lettera a Susette

 



 

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