«Una generazione se ne va, una generazione giunge, mentre la terra sta
immobile per sempre.
Sorse il sole e
subito il sole si incamminò verso il luogo dal quale sorgerà ancora. Si spinge
verso
il meridione e
gira verso il settentrione, girando e rigirando se ne va il vento e sui suoi
giri torna il
vento. Tutti i
fiumi scorrono verso il mare, ma il mare non si riempie, al luogo verso cui
scendono
i fiumi, là essi
tornano per scorrere ancora. Tutte le parole si logorano, all'uomo è precluso
pronunciarle fino
in fondo, l'occhio non si sazia nel guardare, né l'orecchio si colma quando
ascolta. Quanto
fu sarà. Quanto fu fatto sarà fatto. Sotto il sole non si dà nulla di nuovo. Vi
è una
realtà di cui si
dice: «Guardala, è una novità». Già c'era nei tempi immemorabili che ci
precedettero. Non
vi è memoria di quanto avvenne nei tempi remoti e neanche di quel che accadrà
ci sarà ricordo
presso chi verrà dopo.» (Qohelet 1, 4-11)
Generatio
præterit, et generatio advenit; terra autem in æternum stat. Oritur sol
et occidit, et ad
locum suum revertitur; ibique renascens, gyrat per meridiem, et
flectitur ad
aquilonem. Lustrans universa in circuitu pergit spiritus, et in circulos
suos revertitur.
Omnia flumina intrant in mare, et mare non redundat; ad locum
unde exeunt flumina revertuntur ut iterum
fluant. Cunctæ res difficiles; non
potest eas homo explicare sermone. Non
saturatur oculus visu, nec auris auditu
impletur. Quid est quod fuit? Ipsum quod futurum est. Quid est quod factum
est? Ipsum quod
faciendum est. Nihil sub sole novum, nec valet quisquam
dicere: Ecce hoc
recens est: jam enim præcessit in sæculis quæ fuerunt ante nos.
Non est priorum
memoria; sed nec eorum quidem quæ postea futura sunt erit
recordatio apud
eos qui futuri sunt in novissimo.
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