Ma in fondo all’animo nascondevi un impulso spasmodico: il
desiderio di essere diverso da quello che eri. È il tormento più crudele che il
destino possa riservare a un uomo. Essere diversi da ciò che siamo, da tutto
ciò che siamo, è il desiderio più nefasto che possa ardere in un cuore umano.
Giacché l’unico modo per sopportare la vita è quello di rassegnarci a essere
ciò che siamo ai nostri occhi e a quelli del mondo. Dobbiamo accontentarci di
essere fatti in un certo modo e sapere che, una volta accettata questa realtà,
la vita non ci loderà per la nostra saggezza, nessuno ci conferirà una medaglia
al merito solo perché ci siamo rassegnati a essere vanitosi ed egoisti, o calvi
e panciuti – no, in cambio di questa presa di coscienza non otterremo né premi
né lodi. Dobbiamo sopportarci quali siamo, il segreto è tutto qui. Sopportare
il nostro carattere, la nostra natura di fondo, con tutti i suoi difetti, il
suo egoismo e la sua cupidigia, che non saranno corretti né dall’esperienza né
dalla buona volontà. Dobbiamo accettare che i nostri sentimenti non siano
contraccambiati, che le persone che amiamo non rispondano al nostro amore, o
almeno non nel modo che vorremmo. Dobbiamo sopportare il tradimento e
l’infedeltà, e soprattutto la cosa che ci riesce più intollerabile: la
superiorità intellettuale o morale di un’altra persona.
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