lunedì 3 luglio 2017

preistoria nuova - pasolini


"Se ricomincia la guerra, di chi è la colpa?
Oh, dei peccati della povera gente,
naturalmente. Dio punisce
le sodome di stracci,  le gomorre
della miseria,  le corse dell'amore pezzente.
Muoiono anche i ricchi,
naturalmente. Ma per qualcosa.
E questo "qualcosa"
è la furia che fa del mondo
il contrario di sé,  una rovente
rovina, un'oscurita' senza fondo.
...Eravate milioni
di uomini come noi. E per conoscervi
abbiamo dovuto sapervi in guerra,
sapervi vestiti come mendicanti di stracci militari,
sapervi inferiori e superiori, seviziatori e martiri,
fascisti e comunisti: come noi, proprio come noi,
laggiù,  dove l'orizzonte dell'orizzonte,
non basta a fare della vita solo vita.
Ah, voce senza alcuna speranza,  voce del mondo
potente,  voce dell'ipocrisia che non ha nemmeno il pudore
di nascondere la propria spietata indifferenza.
Cos'è che rende scontento il poeta?
Un'infinità di problemi che esistono
e nessuno è capace di risolvere: e
senza la cui risoluzione la pace, la pace vera, la pace del poeta, è irrealizzabile.
"Quando il mondo classico sarà esaurito- quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani
-quando l'industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione e del consumo-allora
la nostra storia sarà finita.
In questi urli, in questo strepito, in queste adunanze sterminate, in queste luci, in questi meccanismi, in queste dichiarazioni, in questi eserciti, in queste armi, in questi deserti;  in questo irriconoscibile sole, incomincia la nuova preistoria.

( Pier Paolo Pasolini, La rabbia)

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