mercoledì 21 dicembre 2016

Eros e Amore


Eros e Amore


 


 

Il significato del corpo

Oggi siamo circondati da messaggi che ci orientano a una grande attenzione ed esaltazione del corpo, del suo benessere, della sua forma.  Se i corpi devono essere tutti belli, tutti uguali, tutti snelli, tutti alti ecc… allora il corpo non rischia di perdere la sua soggettività e unicità e arrivare all’omologazione sia pur del bello o del  “finto” bello? 
Se il corpo fa invece parte integrante e inscindibile della totalità della persona, della sua storia, del suo mistero, delle sue attese, allora è soggetto.
Nella logica della soggettività, “Io sono corpo”, sono unico, non omologabile. Il mio corpo diventa il mio modo di essere, un “volto parlante” di tutta la persona.

L’eros secondo gli antichi 

Nel Simposio di Platone, Eros è presentato come un dio che è a metà strada tra il bello e il brutto, il buono e il cattivo, il mortale e l’immortale, il sapiente e l’ignorante. E’ stato concepito dall’incontro tra la  serva Penia (Povertà) e il dio Poro (Ricchezza).
E’ desideroso di conquistare il bello e il buono. Di qui il lungo ma appassionato cammino di Eros alla ricerca del bello in un corpo e poi in tanti corpi. Di bellezza in bellezza conclude il suo viaggio incontrando la Bellezza eterna che non nasce e non muore, non s’arricchisce e non diminuisce, non è bella per uno e brutta per l’altro, ma in sé è divina ed eterna.
Questa ricerca appassionata è però destinata allo scacco, al fallimento. 

L’Eros di Platone non scopre il “farsi amare” ma rimane inchiodato nella ricerca spasmodica della Bellezza. 

Il senso dell’eros

L’eros è passione, una passione  che desidera colorare la vita di tutti gli esseri umani, nessuno escluso.
Vorrei provare a illustrare l’eros con un’immagine che ha alcune caratteristiche. 

L’EROS E’ UN GRANDE ARCOBALENO CHE ABBRACCIA LA TERRA MA SI NUTRE DI CIELO.

 Nasce in condizioni particolari

L’eros come l’arcobaleno, compare, si manifesta in condizioni particolari.

E’ sempre diverso

Come l’arcobaleno, l’eros  e’ composto da molti colori, è variegato.
Ci può essere il prevalere di un colore rispetto all’altro con sfumature e intensità diverse. 

E’ delicato e forte

Come l’arcobaleno è delicato e forte allo stesso tempo: può scomparire facilmente  se non è nutrito.
L’eros pur essendo fragile e cangiante, è il luogo dove si dicono e vivono verità profonde.
E’ luogo, esperienza di piacere e di potenza ma anche luogo di vulnerabilità, di disagio.

E’ “sospeso”

Come l’arcobaleno è “sospeso” tra terra e cielo, così l’eros è “sospeso” nella tensione verso l’altro.
In estrema sintesi si potrebbe dire che ci sono essenzialmente due modi di varcare il fossato che separa gli esser umani uno dall’altro: la comunione e la violenza. L’eros sceglie la prima. L’erotismo nella sua impazienza sceglie la seconda. In tutti e due i casi c’è il tentativo di uscire da sé e andare verso l’altro. L’erotismo facendosi dominare dalla sua impazienza, alla fine non riesce ad arrivare all’altro. Resta un ponte non gettato verso l’altro, ma ancora verso se stesso.
L’eros desidera un incontro, l’erotismo desidera un possesso.    

E’ gratuito

Come l’arcobaleno è un gioco gratuito tra gocce di pioggia e luce, tra  nuvole e cielo, così è per l’eros. Anche l’eros è gioco. Gli amanti “presi” dall’eros, rompono con le mansioni quotidiane e il lavoro “utile”. Essi si dedicano a “perdere” del tempo insieme.
Come il gioco è una parentesi positiva della vita, così è per l’eros. Come la vita non può essere tutta gioco, così l’eros non può diventare il tutto, l’assoluto.

Si perde nell’incontro

Come l’arcobaleno si perde nel cielo, così l’eros si perde nell’incontro. Quando ha incontrato veramente l’altro, sparisce, lascia il posto a qualcosa di nuovo.
Il desiderio dell’eros è immergersi nell’oceano dell’amore.
Milioni di goccioline danno origine all’arcobaleno perché si lasciano trapassare dalla luce. Lo splendore dell’eros deriva dalla luce dell’amore che lo trapassa. Solo l’amore è l’origine e il senso di tutto.

Il desiderio sessuale

L’errore di Freud, secondo Fromm, è stato quello di vedere nell’amore esclusivamente l’espressione e la sublimazione dell’istinto sessuale anziché riconoscere che il desiderio sessuale è manifestazione del bisogno di amore e di fusione. 
Oggi sappiamo che l’attrazione sessuale è solo parzialmente causata dal bisogno di sopprimere una tensione. Quello che è fondamentale è soprattutto “il bisogno di unione”.
Gli elementi costitutivi del desiderio sessuale,  che vengono integrati, in modo straordinario e in parte ancora sconosciuto dalla mente umana sono:

la pulsione         la motivazione         l’aspirazione sessuale

Il primo elemento della pulsione o impulso biologico è la parte filogeneticamente più primitiva, su base biologica. Dipende dagli androgeni sia nell’uomo che nella donna.

Il secondo elemento è la motivazione sessuale 

La pulsione sessuale è raramente contemporanea nella coppia. Uno dei due partner può indurre un comportamento cooperativo nell’altro. C’è la combinazione di contatti tra i partner come vista, tatto, abbraccio… In particolare il contatto protratto degli occhi gioca un ruolo importante nel segnalare l’interesse sessuale.
Un altro elemento fondamentale è l’identità sessuale, frutto dell’integrazione di identità di genere, orientamento sessuale, fantasie che lo accompagnano
.
E’ essenziale inoltre la qualità della relazione non sessuale. Una relazione di coppia scadente, deprime il desiderio sessuale.
Il terzo elemento detto dell’aspirazione sessuale o “volere” si sviluppa di più sul piano cognitivo. Si potrebbe dire che è quello più tipicamente umano perché fa riferimento a ciò che si decide di realizzare, al progetto di dono di sé.
In un senso più vasto “il volere” riflette l’autocontrollo nello sviluppo del desiderio sessuale. Il desiderio sessuale è un cocktail straordinario e in parte sconosciuto delle parti sopra illustrate, è vertigine, brivido.
“Il luogo di ciò che non ha luogo, coseità di ciò che non è cosa”

La meraviglia del gesto sessuale

Nel gesto sessuale tra un uomo e una donna avviene qualcosa di straordinario, di unico, di sconvolgente, che sbaraglia gli schemi di tutti i giorni. Vorrei soffermarmi solo su questo aspetto. 

-          essere padroni di noi stessi
-
          avere voglia di gestire il nostro tempo
-
          essere gelosi della nostra intimità.

Questi principi vengono “sconvolti” nel rapporto sessuale. Nell’incontro sessuale, nella nudità totale, siamo senza barriere non solo fisiche ma anche psicologiche.
L’uomo e la donna che hanno un rapporto sessuale, usano mettersi nudi l’uno davanti all’altro. Non si tratta però solo di nudità fisica. Mettersi nudi vuol dire affidarsi completamente all’altro, non avere niente da difendere o da cui difendersi. Essere senza difese, senza riserve, senza tattiche.
Dall’essere “padroni” di noi stessi, nel rapporto sessuale dobbiamo arrivare a “perdere” noi stessi.
Un’altra caratteristica che ci avvolge tutti è il desiderio di gestire il proprio tempo, essere padroni del tempo.
Nel rapporto sessuale dobbiamo fermare il tempo, “perdere” il senso del tempo.
Se sono nel tempo e resto a controllare se tutto procede e non mi abbandono, non perdo tutto di me stesso, il rapporto non funziona.
Un’altra caratteristica che accompagna la nostra vita di tutti i giorni è essere gelosi della nostra intimità. E’ sicuramente un aspetto positivo per la maturazione della persona imparare a gestire l’intimità con se stessi e con gli altri.
Paradossalmente, nel rapporto sessuale, si arriva a vivere questa esperienza straordinaria di intimità con una persona che prima era “sconosciuta”; non si sapeva neanche delle sua esistenza.
Una delle aspirazioni del cuore umano è essere riconosciuto come unico. Il modo allora di riconoscere l’unicità dell’altro è impegnarsi con lui in una relazione “unica.” Il donare il proprio corpo, è impegnarlo in una relazione unica, senza equivalenti. E’ consegnarsi all’altro. Se ho fatto questo dono, l’altro avrà “l’esclusiva” del mio corpo e io del suo.
Superare la gelosia della nostra intimità e arrivare all’abbandono senza riserve.
Questa potenziale e possibile meraviglia del rapporto sessuale deve fare i conti con la realistica fragilità della sessualità umana, impastata di debolezza e finitezza.

La tenerezza via dell’amore

Che cos’è l’amore? Uomini e donne di tutti i secoli hanno tentato di definirlo. L’amore è qualcosa più grande di noi, che non abbiamo inventato noi, ma che dobbiamo scoprire e sperimentare.  L’amore non è qualcosa che si improvvisa, è una palestra in cui ci si esercita per tutta la vita. Tutti. Nel campo dell’amore saremo sempre tutti apprendisti.
Amare è imparare a camminare gustando “il pane che nutre il cuore”: la tenerezza.
La tenerezza non va però considerata come svenevolezza, debolezza. La tenerezza sa sciogliere la rozzezza dei rapporti, vincere la sopraffazione di uno sull’altro, perdonare, rilanciare. Sa fornire un “supplemento di anima” al mondo.
Amare veramente significa amare l’altro per se stesso, desiderare la sua felicità.
Siamo nati da un dono, siamo chiamati al dono.

L’AMORE E’ DONO, UNICO, ORIGINALE E LIBERO.

                                                 Michelangelo Tortalla

 

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