Eros e Amore
Il significato del corpo
Oggi siamo circondati da messaggi che ci orientano
a una grande attenzione ed esaltazione del corpo, del suo benessere, della sua
forma.
Se i corpi devono essere tutti belli, tutti uguali, tutti snelli, tutti alti ecc…
allora il corpo non rischia di perdere la sua soggettività e unicità e arrivare
all’omologazione sia pur del bello o del “finto” bello?
Se il corpo fa invece parte integrante e inscindibile della totalità della persona, della sua storia, del suo mistero, delle sue attese, allora è soggetto.
Nella logica della soggettività, “Io sono corpo”, sono unico, non omologabile. Il mio corpo diventa il mio modo di essere, un “volto parlante” di tutta la persona.
Se il corpo fa invece parte integrante e inscindibile della totalità della persona, della sua storia, del suo mistero, delle sue attese, allora è soggetto.
Nella logica della soggettività, “Io sono corpo”, sono unico, non omologabile. Il mio corpo diventa il mio modo di essere, un “volto parlante” di tutta la persona.
L’eros secondo
gli antichi
Nel Simposio di Platone, Eros è presentato come
un dio che è a metà strada tra il bello e il brutto, il buono e il cattivo, il
mortale e l’immortale, il sapiente e l’ignorante. E’ stato concepito
dall’incontro tra la serva Penia (Povertà) e il dio Poro (Ricchezza).
E’ desideroso di conquistare il bello e il buono. Di qui il lungo ma appassionato cammino di Eros alla ricerca del bello in un corpo e poi in tanti corpi. Di bellezza in bellezza conclude il suo viaggio incontrandola Bellezza eterna che non
nasce e non muore, non s’arricchisce e non diminuisce, non è bella per uno e
brutta per l’altro, ma in sé è divina ed eterna.
Questa ricerca appassionata è però destinata allo scacco, al fallimento.
L’Eros di Platone non scopre il “farsi amare” ma rimane inchiodato nella ricerca spasmodica della Bellezza.
E’ desideroso di conquistare il bello e il buono. Di qui il lungo ma appassionato cammino di Eros alla ricerca del bello in un corpo e poi in tanti corpi. Di bellezza in bellezza conclude il suo viaggio incontrando
Questa ricerca appassionata è però destinata allo scacco, al fallimento.
L’Eros di Platone non scopre il “farsi amare” ma rimane inchiodato nella ricerca spasmodica della Bellezza.
Il senso
dell’eros
L’eros è passione, una passione che
desidera colorare la vita di tutti gli esseri umani, nessuno escluso.
Vorrei provare a illustrare l’eros con un’immagine che ha alcune caratteristiche.
Vorrei provare a illustrare l’eros con un’immagine che ha alcune caratteristiche.
L’EROS E’ UN GRANDE
ARCOBALENO CHE
ABBRACCIA LA TERRA MA
SI NUTRE DI CIELO.
Nasce
in condizioni particolari
L’eros come l’arcobaleno, compare, si manifesta
in condizioni particolari.
E’ sempre
diverso
Come l’arcobaleno, l’eros e’ composto da
molti colori, è variegato.
Ci può essere il prevalere di un colore rispetto all’altro con sfumature e intensità diverse.
Ci può essere il prevalere di un colore rispetto all’altro con sfumature e intensità diverse.
E’ delicato e
forte
Come l’arcobaleno è delicato e forte allo stesso
tempo: può scomparire facilmente se non è nutrito.
L’eros pur essendo fragile e cangiante, è il luogo dove si dicono e vivono verità profonde.
E’ luogo, esperienza di piacere e di potenza ma anche luogo di vulnerabilità, di disagio.
L’eros pur essendo fragile e cangiante, è il luogo dove si dicono e vivono verità profonde.
E’ luogo, esperienza di piacere e di potenza ma anche luogo di vulnerabilità, di disagio.
E’ “sospeso”
Come l’arcobaleno è “sospeso” tra terra e cielo,
così l’eros è “sospeso” nella tensione verso l’altro.
In estrema sintesi si potrebbe dire che ci sono essenzialmente due modi di varcare il fossato che separa gli esser umani uno dall’altro: la comunione e la violenza. L’eros sceglie la prima. L’erotismo nella sua impazienza sceglie la seconda. In tutti e due i casi c’è il tentativo di uscire da sé e andare verso l’altro. L’erotismo facendosi dominare dalla sua impazienza, alla fine non riesce ad arrivare all’altro. Resta un ponte non gettato verso l’altro, ma ancora verso se stesso.
L’eros desidera un incontro, l’erotismo desidera un possesso.
In estrema sintesi si potrebbe dire che ci sono essenzialmente due modi di varcare il fossato che separa gli esser umani uno dall’altro: la comunione e la violenza. L’eros sceglie la prima. L’erotismo nella sua impazienza sceglie la seconda. In tutti e due i casi c’è il tentativo di uscire da sé e andare verso l’altro. L’erotismo facendosi dominare dalla sua impazienza, alla fine non riesce ad arrivare all’altro. Resta un ponte non gettato verso l’altro, ma ancora verso se stesso.
L’eros desidera un incontro, l’erotismo desidera un possesso.
E’ gratuito
Come l’arcobaleno è un gioco gratuito tra gocce
di pioggia e luce, tra nuvole e cielo, così è per l’eros. Anche l’eros è
gioco. Gli amanti “presi” dall’eros, rompono con le mansioni quotidiane e il
lavoro “utile”. Essi si dedicano a “perdere” del tempo insieme.
Come il gioco è una parentesi positiva della vita, così è per l’eros. Come la vita non può essere tutta gioco, così l’eros non può diventare il tutto, l’assoluto.
Come il gioco è una parentesi positiva della vita, così è per l’eros. Come la vita non può essere tutta gioco, così l’eros non può diventare il tutto, l’assoluto.
Si perde
nell’incontro
Come l’arcobaleno si perde nel cielo, così
l’eros si perde nell’incontro. Quando ha incontrato veramente l’altro,
sparisce, lascia il posto a qualcosa di nuovo.
Il desiderio dell’eros è immergersi nell’oceano dell’amore.
Milioni di goccioline danno origine all’arcobaleno perché si lasciano trapassare dalla luce. Lo splendore dell’eros deriva dalla luce dell’amore che lo trapassa. Solo l’amore è l’origine e il senso di tutto.
Il desiderio dell’eros è immergersi nell’oceano dell’amore.
Milioni di goccioline danno origine all’arcobaleno perché si lasciano trapassare dalla luce. Lo splendore dell’eros deriva dalla luce dell’amore che lo trapassa. Solo l’amore è l’origine e il senso di tutto.
Il desiderio
sessuale
L’errore di Freud, secondo Fromm, è stato quello
di vedere nell’amore esclusivamente l’espressione e la sublimazione
dell’istinto sessuale anziché riconoscere che il desiderio sessuale è
manifestazione del bisogno di amore e di fusione.
Oggi sappiamo che l’attrazione sessuale è solo parzialmente causata dal bisogno di sopprimere una tensione. Quello che è fondamentale è soprattutto “il bisogno di unione”.
Gli elementi costitutivi del desiderio sessuale, che vengono integrati, in modo straordinario e in parte ancora sconosciuto dalla mente umana sono:
Oggi sappiamo che l’attrazione sessuale è solo parzialmente causata dal bisogno di sopprimere una tensione. Quello che è fondamentale è soprattutto “il bisogno di unione”.
Gli elementi costitutivi del desiderio sessuale, che vengono integrati, in modo straordinario e in parte ancora sconosciuto dalla mente umana sono:
la pulsione
la motivazione
l’aspirazione sessuale
Il primo elemento della pulsione o
impulso biologico è la parte filogeneticamente più primitiva, su base
biologica. Dipende dagli androgeni sia nell’uomo che nella donna.
Il secondo elemento è la motivazione sessuale.
La pulsione sessuale è raramente contemporanea
nella coppia. Uno dei due partner può indurre un comportamento cooperativo
nell’altro. C’è la combinazione di contatti tra i partner come vista, tatto,
abbraccio… In particolare il contatto protratto degli occhi gioca un ruolo
importante nel segnalare l’interesse sessuale.
Un altro elemento fondamentale è l’identità sessuale, frutto dell’integrazione di identità di genere, orientamento sessuale, fantasie che lo accompagnano.
E’ essenziale inoltre la qualità della relazione non sessuale. Una relazione di coppia scadente, deprime il desiderio sessuale.
Il terzo elemento detto dell’aspirazione sessuale o “volere” si sviluppa di più sul piano cognitivo. Si potrebbe dire che è quello più tipicamente umano perché fa riferimento a ciò che si decide di realizzare, al progetto di dono di sé.
In un senso più vasto “il volere” riflette l’autocontrollo nello sviluppo del desiderio sessuale. Il desiderio sessuale è un cocktail straordinario e in parte sconosciuto delle parti sopra illustrate, è vertigine, brivido. “Il luogo di ciò che non ha luogo, coseità di ciò che non è cosa”.
Un altro elemento fondamentale è l’identità sessuale, frutto dell’integrazione di identità di genere, orientamento sessuale, fantasie che lo accompagnano.
E’ essenziale inoltre la qualità della relazione non sessuale. Una relazione di coppia scadente, deprime il desiderio sessuale.
Il terzo elemento detto dell’aspirazione sessuale o “volere” si sviluppa di più sul piano cognitivo. Si potrebbe dire che è quello più tipicamente umano perché fa riferimento a ciò che si decide di realizzare, al progetto di dono di sé.
In un senso più vasto “il volere” riflette l’autocontrollo nello sviluppo del desiderio sessuale. Il desiderio sessuale è un cocktail straordinario e in parte sconosciuto delle parti sopra illustrate, è vertigine, brivido. “Il luogo di ciò che non ha luogo, coseità di ciò che non è cosa”.
La meraviglia del gesto
sessuale
Nel gesto sessuale tra un uomo e una donna
avviene qualcosa di straordinario, di unico, di sconvolgente, che sbaraglia gli
schemi di tutti i giorni. Vorrei soffermarmi solo su questo aspetto.
-
essere padroni di noi stessi
- avere voglia di gestire il nostro tempo
- essere gelosi della nostra intimità.
- avere voglia di gestire il nostro tempo
- essere gelosi della nostra intimità.
Questi principi vengono “sconvolti” nel rapporto
sessuale.
Nell’incontro sessuale, nella nudità totale, siamo senza barriere non solo
fisiche ma anche psicologiche.
L’uomo e la donna che hanno un rapporto sessuale, usano mettersi nudi l’uno davanti all’altro. Non si tratta però solo di nudità fisica. Mettersi nudi vuol dire affidarsi completamente all’altro, non avere niente da difendere o da cui difendersi. Essere senza difese, senza riserve, senza tattiche.
Dall’essere “padroni” di noi stessi, nel rapporto sessuale dobbiamo arrivare a “perdere” noi stessi.
Un’altra caratteristica che ci avvolge tutti è il desiderio di gestire il proprio tempo, essere padroni del tempo.
Nel rapporto sessuale dobbiamo fermare il tempo, “perdere” il senso del tempo.
Se sono nel tempo e resto a controllare se tutto procede e non mi abbandono, non perdo tutto di me stesso, il rapporto non funziona.
Un’altra caratteristica che accompagna la nostra vita di tutti i giorni è essere gelosi della nostra intimità. E’ sicuramente un aspetto positivo per la maturazione della persona imparare a gestire l’intimità con se stessi e con gli altri.
Paradossalmente, nel rapporto sessuale, si arriva a vivere questa esperienza straordinaria di intimità con una persona che prima era “sconosciuta”; non si sapeva neanche delle sua esistenza.
Una delle aspirazioni del cuore umano è essere riconosciuto come unico. Il modo allora di riconoscere l’unicità dell’altro è impegnarsi con lui in una relazione “unica.” Il donare il proprio corpo, è impegnarlo in una relazione unica, senza equivalenti. E’ consegnarsi all’altro. Se ho fatto questo dono, l’altro avrà “l’esclusiva” del mio corpo e io del suo.
Superare la gelosia della nostra intimità e arrivare all’abbandono senza riserve.
Questa potenziale e possibile meraviglia del rapporto sessuale deve fare i conti con la realistica fragilità della sessualità umana, impastata di debolezza e finitezza.
L’uomo e la donna che hanno un rapporto sessuale, usano mettersi nudi l’uno davanti all’altro. Non si tratta però solo di nudità fisica. Mettersi nudi vuol dire affidarsi completamente all’altro, non avere niente da difendere o da cui difendersi. Essere senza difese, senza riserve, senza tattiche.
Dall’essere “padroni” di noi stessi, nel rapporto sessuale dobbiamo arrivare a “perdere” noi stessi.
Un’altra caratteristica che ci avvolge tutti è il desiderio di gestire il proprio tempo, essere padroni del tempo.
Nel rapporto sessuale dobbiamo fermare il tempo, “perdere” il senso del tempo.
Se sono nel tempo e resto a controllare se tutto procede e non mi abbandono, non perdo tutto di me stesso, il rapporto non funziona.
Un’altra caratteristica che accompagna la nostra vita di tutti i giorni è essere gelosi della nostra intimità. E’ sicuramente un aspetto positivo per la maturazione della persona imparare a gestire l’intimità con se stessi e con gli altri.
Paradossalmente, nel rapporto sessuale, si arriva a vivere questa esperienza straordinaria di intimità con una persona che prima era “sconosciuta”; non si sapeva neanche delle sua esistenza.
Una delle aspirazioni del cuore umano è essere riconosciuto come unico. Il modo allora di riconoscere l’unicità dell’altro è impegnarsi con lui in una relazione “unica.” Il donare il proprio corpo, è impegnarlo in una relazione unica, senza equivalenti. E’ consegnarsi all’altro. Se ho fatto questo dono, l’altro avrà “l’esclusiva” del mio corpo e io del suo.
Superare la gelosia della nostra intimità e arrivare all’abbandono senza riserve.
Questa potenziale e possibile meraviglia del rapporto sessuale deve fare i conti con la realistica fragilità della sessualità umana, impastata di debolezza e finitezza.
La tenerezza via dell’amore
Che cos’è l’amore? Uomini e donne di tutti i secoli
hanno tentato di definirlo. L’amore è qualcosa più grande di noi, che non
abbiamo inventato noi, ma che dobbiamo scoprire e sperimentare.
L’amore non è qualcosa che si improvvisa, è una palestra in cui ci si esercita
per tutta la vita. Tutti. Nel campo dell’amore saremo sempre tutti apprendisti.
Amare è imparare a camminare gustando “il pane che nutre il cuore”: la tenerezza.
La tenerezza non va però considerata come svenevolezza, debolezza. La tenerezza sa sciogliere la rozzezza dei rapporti, vincere la sopraffazione di uno sull’altro, perdonare, rilanciare. Sa fornire un “supplemento di anima” al mondo.
Amare veramente significa amare l’altro per se stesso, desiderare la sua felicità.
Siamo nati da un dono, siamo chiamati al dono.
Amare è imparare a camminare gustando “il pane che nutre il cuore”: la tenerezza.
La tenerezza non va però considerata come svenevolezza, debolezza. La tenerezza sa sciogliere la rozzezza dei rapporti, vincere la sopraffazione di uno sull’altro, perdonare, rilanciare. Sa fornire un “supplemento di anima” al mondo.
Amare veramente significa amare l’altro per se stesso, desiderare la sua felicità.
Siamo nati da un dono, siamo chiamati al dono.
L’AMORE E’ DONO, UNICO, ORIGINALE E LIBERO.
Michelangelo
Tortalla
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