LUZ
...ho letto una volta che gli antichi
saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile,
posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si
decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo
verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti. Così per un certo
periodo ho fatto un piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz
delle persone che conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe
rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati
ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva
tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso
finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito quell'idea si è risvegliata
in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si
trova dentro di me, bensì in un'altra persona.
da Che tu sia per me il coltello, 1998,
David Grossman
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