mercoledì 18 gennaio 2017

Homesickness



Homesickness – Renè Magritte

Caldo giallo.
Criniera austera.
Nero d’ali.
Distendo il mio pensiero, come un colore.
Impasto le mie idee nell’olio della tinta: vorrei che fosse GIALLA!
Vedo l’insieme e mi appiattisco, cerco di entrare nelle pennellate, nel movimento del muscolo, della forza, della mano. Non voglio andare oltre il braccio: solo muscolo e movimento. Una pennellata, un'altra e così via nell’impasto del colore che si spande, si aggroppa e la forza lo distende, con sapienza!
Vorrei che si stendesse solo il giallo, che non  fosse presente il ponte.
Amerei l’assenza del LEONE.
Non vorrei la balaustra, il nero, LE ALI!
Torno sulle onde del pensare, il grigio pensiero tende a prendere forma.
Pretende di farlo, avvicinandosi sempre di più, nel tessuto, nella trama della tela. Vuole farne parte, sia della tela che del colore, ma anche del pennello, delle setole, dell’olio e soprattutto del muscolo che muove la mano.
Il pensiero,
l’idea del pittore NO!
Quella no!
Non voglio farne parte.
Voglio entrare nel movimento alternato: SU! GIU’!
Delle setole imbevute di colore ed olio. La forza del muscolo, dei muscoli che trascinano e imbrattano la tela con correzioni continue di colore, sfumature, ombre, luce, contorni, linee.
Non sfuggo!
Non riesco a distendermi sulle ali nere.
Non riesco a distendermi sulle line del ponte.
Non riesco a distendermi su nulla, nessuna parte della tela, del colore, delle pennellate mi appartiene.
Fatico,
voglio,
pretendo quasi di distendermi.
Non ce la faccio,
sono ESAUSTO!
Mi fermo e vedo che sono completamente ranicchiato nei due occhi dell’uomo con le ali:
OCCHI CHE NON VEDO E NON VEDONO!

luciopicca

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