giovedì 19 gennaio 2017

...illusioni


L’esistenza di dio
Raul Montanari
Baldini Castoldi Dalai – editore

Poi,  un giorno, ho capito che spesso noi confondiamo due cose che si somigliano ma non sono uguali, le illusioni e le speranze.
Le illusioni sono il nostro viatico, il bagaglio che ci troviamo sulle spalle quando moviamo i primi passi nel mondo. Si, perchè  da piccoli ci sembra che il mondo sia stato costruito per noi, che aspetti noi, come un meccanismo dagli ingranaggi perfetti: orari, doveri, la scuola, le stagioni, la voce e le mani dei nostri genitori.
E’ tutto previsto, tutto stabilito, devi solo accettarlo e gli anni scorreranno senza intoppi, ben lubrificati. Nell’adolescenza scopriamo che non è così: cominciano le disillusioni. Basta un amore non ricambiato o la morte di un familiare, a volte molto meno.
Ma com’è?, ti domandi, io sono stato bravo, ho fatto quello che mi chiedevano, ho corso sui miei binari. Perchè mi deve succedere questo? Perchè mia madre si è ammalata e mio padre ha perso tutti i soldi? Perchè lei volta la testa dall’altra parte quando le parlo?
Così ti accorgi che il mondo non ha bisogno di te, non aspetta te.
Il mondo fa a meno di chiunque.
C’è gente che conserva le illusioni molto oltre la giovinezza, e niente è più penoso di un uomo di quaranta, cinquanta, sessant’anni che non ha smesso di sentirsi in credito col mondo, di pensare che la felicità gli sia dovuta. Paralizzato, continua a voltarsi indietro e rimpiangere il tempo in cui la vita aveva una direzione, un senso; ad aspettare che qualcosa o qualcuno, magari il gran papà  celeste, rimetta tutto a posto.
Quando l’illusione sparisce, sotto i colpi d’ascia del dolore e dell’ingiustizia, subentra la speranza. La speranza guarda al futuro. E’ un sentimento dinamico e creativo.
D’accordo, mi dico: non posso aspettarmi niente, il mondo non si prenderà cura di me. Be’, non importa, io ci provo lo stesso! Sulle macerie delle illusioni, costruirò qualcosa di nuovo. Prendo in mano io la mia vita, cerco di plasmarla – nel lavoro, negli affetti, in tutto – e spero, spero,  di riuscire in questo. Amare chi mi ama ed essere riamato. Fare un lavoro che mi permetta di lasciare un segno anche piccolo, anche nascosto. Forse solo essere una persona decente, senza paura e senza vergogna.
Il contrario dell’illusione è la delusione: un’emozione amara ma salutare. Un risveglio. Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L’unico peccato per il quale non c’è perdono, nè in terra nè in cielo.


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