ISAURA
Isaura,
città dai mille pozzi, si presume sorga sopra un profondo lago sotterraneo.
Dappertutto dove gli abitanti scavando nella terra lunghi buchi verticali sono
riusciti a tirar su dell'acqua, fin là e non oltre si è estesa la città: il suo
perimetro verdeggiante ripete quello delle rive buie del lago sepolto, un
paesaggio invisibile condiziona quello visibile, tutto ciò che si muove al sole
è spinto dall'onda che batte chiusa sotto il cielo calcareo della roccia.
Di
conseguenza religioni di due specie si dànno a Isaura. Gli dei della città,
secondo alcuni, abitano nella profondità, nel lago nero che nutre le vene
sotterranee. Secondo altri gli dei abitano nei secchi che risalgono appesi alla
fune quando appaiono fuori della vera dei pozzi, nelle carrucole che girano,
negli argani delle norie, nelle leve delle pompe, nelle pale dei mulini a vento
che tirano su l'acqua delle trivellazioni, nei castelli di traliccio che reggono
l'avvitarsi delle sonde, nei serbatoi pensili sopra i tetti in cima a trampoli,
negli archi sottili degli acquedotti, in tutte le colonne d'acqua, i tubi
verticali, i saliscendi, i troppopieni, su fino alle girandole che sormontano le
aeree impalcature d'Isaura, città che si muove tutta verso
l'alto.
Italo
Calvino,
Le città invisibili
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