Saulo di Tarso – Caravaggio
Sfruttiamo il
momento.
Il caos è
distratto ed ha alzato il suo zoccolo: via dentro!
Il famoso dipinto “La
conversione di San Paolo” eseguito da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio,
è stato realizzato dal pittore all’età di trent’anni ed è custodito presso la
Chiesa di Santa Maria del Popolo in Roma, all’interno della Cappella Cerasi.
La grande tela (2.30x1.75
mt) propone la conversione sulla via per Damasco[i].
Inconsueta l’ambientazione:
la scena è una semplice stalla, una postazione poco prima la città cui Saulo
era diretto. Testimoni della vicenda soprannaturale: il cavallo, che occupa più
della metà del dipinto, un anziano palafreniere che appena s’intravede sulla
destra del dipinto, dietro il muscoloso collo possente del destriero. Paolo,
invece, è riverso a terra, rappresentato nell’istante successivo a quella «luce
del cielo –che [n.d.r.]- gli folgoreggiò intorno» abbantendolo al suolo.
Non credo in dio!
Forse credo nel
Caos, ma non del tutto, ho sempre dubbi.
Credo nel dubbio!
E’ meglio.
Saulo, Paolo che
si converte per opera dello spirito santo!
La fede aiuta a
sopportare l’assurdo, prerogativa principale è crederci!
L’assurdo esiste.
Esiste questo
stato dilagante di disagio, condito
con le brutture della vita, alleviato da quei brevissimi momenti di serenità.
Lo zoccolo alzato
del Caos ci permette, ci regala un
attimo di serenità. Non possiamo prevederlo, nè pianificarlo – capita!
Quando si
verifica l’evento – via dentro come pazzi
scatenati.
Tra un momento il
destriero,
muscoloso,
impazzito del
caos riabbasserà il suo zoccolo.
Amo l’assurdo di
Albert Camus, la sua poetica filosofica.
Sbobino i
frammenti camusiani:
Non voglio essere un genio:
ho già problemi a sufficienza cercando di essere solo
un uomo.
Esprime in modo
difficilmente dimenticabile l'incolmabile distanza, anzi la vera
e propria
"estraneità" che separa l'uomo dal mondo.
La realtà per Camus non ha
alcun senso; gli eventi accadono, avvengono senza che il
pensiero possa coglierne
motivi e significati plausibili: ecco allora che l'uomo,
con il suo pensiero, si
trova ad essere straniero nel mondo. Però anche
gli atti e
i comportamenti umani non
riescono a esibire una razionalità in grado di
giustificarli, o almeno di
giustificarli.
La realtà "è senza
ragione"
''assurdità: l'assurdità nel
duplice senso che le cose e gli eventi non hanno
senso, e che gli atti umani
sono sempre inadeguati sia rispetto alle possibilità e
ai desideri, sia rispetto al
contesto mondano entro il quale vengono compiuti."
L'assurdo è un
peccato senza Dio
"tutto ciò che esalta
la vita ne accresce, nello stesso tempo, l'assurdità".
Contro l'insensatezza del
mondo l'uomo può e deve avere il coraggio di reagire
levando alta la sua voce, la
sua protesta, la sua prospettiva donatrice di senso
(sia pure di un senso non
assoluto).
mito di Sisifo
"Nella
profondità dell'inverno, ho imparato alla fine che dentro di me c'è
un'estate
invincibile"
La peste : la città di Orano
è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda,
preannunciata da una grande
moria di topi. Isolata con un cordone sanitario dal
resto del mondo, affamata,
incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il
palcoscenico e il vetrino da
esperimento per le passioni di un'umanità al limite
tra disgregazione e
solidarietà. La fede religiosa, l'edonismo di chi non crede
nelle astrazioni, ma neppure è capace di "essere felice da solo",
il semplice
sentimento del proprio
dovere sono i protagonisti della vicenda; l'indifferenza, il
panico, lo spirito
burocratico e l'egoismo gretto gli alleati del mondo. Tra i
personaggi principali il
dottor Rieux, il medico che, al di fuori di ogni opzione
politica o religiosa, trova
nell' esercizio della sua professione la
giustificazione del suo
esistere. Si realizza nella lotta per strappare alla morte
i suoi malati e si ribella
contro l' assurdo della morte che non può accettare come
espiazione, come gli
suggerisce il gesuita Paneloux. Il gesuita stesso, sconvolto
dalla crudeltà degli
avvenimenti, a un certo punto metterà in dubbio la validità
della massima "sia
fatta la tua volontà". Tarrou, l' uomo che, dopo un passato
ricco di esperienze, si
ribella alla società costituita e, volontario dei servizi
sanitari per combattere l'
epidemia, ne muore quando questa è stata pressoché
debellata. Rambert,
giornalista straniero per caso nella città, che cerca con ogni
mezzo di andarsene, ma resta
infine perché capisce che un uomo non può abbandonare
altri uomini che soffrono.
La lotta contro il male è l' argomento di questa
cronaca, che alla fine il
lettore apprende essere opera del dottor Rieux. La peste
sarà vinta, ma sul male che
essa rappresenta non ci possono essere vittorie
definitive. Un dramma collettivo
dunque (la peste si riveste di un evidente
significato simbolico)
spinge i protagonisti del romanzo a cogliere i valori
connessi all'esistenza umana
in quanto tale: "vi sono negli uomini più cose da
ammirare che da
disprezzare". E questi valori sono tanto più
sostanziali e
profondi quando si
riferiscono all'essere umano come "l'altro", come "il
prossimo":
sollecitato da una
situazione esterna avversa, l'uomo scopre di essere accomunato
agli altri uomini
dall'esistenza di sentimenti e aspirazioni simili- a cominciare
dal desiderio di reagire
alla disperazione e alla morte.
"Invece di uccidere e
morire per diventare quello che non siamo, dovremo vivere e
lasciare vivere per creare
quello che realmente siamo. "
Sfruttiamo il momento, lo zoccolo è una zoccola!
luciopicca
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