lunedì 30 gennaio 2017

Saulo di Tarso



Saulo di Tarso – Caravaggio

Sfruttiamo il momento.

Il caos è distratto ed ha alzato il suo zoccolo: via dentro!

 

Il famoso dipinto “La conversione di San Paolo” eseguito da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è stato realizzato dal pittore all’età di trent’anni ed è custodito presso la Chiesa di Santa Maria del Popolo in Roma, all’interno della Cappella Cerasi.

La grande tela (2.30x1.75 mt) propone la conversione sulla via per Damasco[i].

Inconsueta l’ambientazione: la scena è una semplice stalla, una postazione poco prima la città cui Saulo era diretto. Testimoni della vicenda soprannaturale: il cavallo, che occupa più della metà del dipinto, un anziano palafreniere che appena s’intravede sulla destra del dipinto, dietro il muscoloso collo possente del destriero. Paolo, invece, è riverso a terra, rappresentato nell’istante successivo a quella «luce del cielo –che [n.d.r.]- gli folgoreggiò intorno» abbantendolo al suolo.

Non credo in dio!
Forse credo nel Caos, ma non del tutto, ho sempre dubbi.
Credo nel dubbio!

E’ meglio.

Saulo, Paolo che si converte per opera dello spirito santo!
La fede aiuta a sopportare l’assurdo, prerogativa principale è crederci!

L’assurdo esiste.

Esiste questo stato dilagante di disagio, condito con le brutture della vita, alleviato da quei brevissimi momenti di serenità.

Lo zoccolo alzato del Caos ci permette, ci regala un attimo di serenità. Non possiamo prevederlo, nè pianificarlo – capita!

Quando si verifica l’evento – via dentro come pazzi scatenati.
Tra un momento il destriero,
muscoloso,
impazzito del caos riabbasserà il suo zoccolo.

Amo l’assurdo di Albert Camus, la sua poetica filosofica.
Sbobino i frammenti camusiani:

Non voglio essere un genio: ho già problemi a sufficienza cercando di essere solo
un uomo.

Esprime in modo difficilmente dimenticabile l'incolmabile distanza, anzi   la vera
e propria "estraneità" che separa l'uomo dal mondo.

La realtà per Camus non ha alcun senso; gli eventi accadono, avvengono senza che il
pensiero possa coglierne motivi e significati plausibili: ecco allora che l'uomo,
con il suo pensiero, si trova ad essere straniero nel mondo. Però anche gli atti e
i comportamenti umani non riescono a esibire una razionalità in grado di
giustificarli, o almeno di giustificarli.

La realtà "è senza ragione"

''assurdità: l'assurdità nel duplice senso che le cose e gli eventi non hanno
senso, e che gli atti umani sono sempre inadeguati sia rispetto alle possibilità e
ai desideri, sia rispetto al contesto mondano entro il quale vengono compiuti."


L'assurdo è un peccato senza Dio

"tutto ciò che esalta la vita ne accresce, nello stesso tempo, l'assurdità".

Contro l'insensatezza del mondo l'uomo può e deve avere il coraggio di reagire
levando alta la sua voce, la sua protesta, la sua prospettiva donatrice di senso
(sia pure di un senso non assoluto).

mito di Sisifo

"Nella profondità dell'inverno, ho imparato alla fine che dentro di me c'è
un'estate invincibile"

La peste : la città di Orano è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda,
preannunciata da una grande moria di topi. Isolata con un cordone sanitario dal
resto del mondo, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il
palcoscenico e il vetrino da esperimento per le passioni di un'umanità al limite
tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l'edonismo di chi non crede
nelle astrazioni, ma neppure è capace di "essere felice da solo", il semplice
sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l'indifferenza, il
panico, lo spirito burocratico e l'egoismo gretto gli alleati del mondo. Tra i
personaggi principali il dottor Rieux, il medico che, al di fuori di ogni opzione
politica o religiosa, trova nell' esercizio della sua professione la
giustificazione del suo esistere. Si realizza nella lotta per strappare alla morte
i suoi malati e si ribella contro l' assurdo della morte che non può accettare come
espiazione, come gli suggerisce il gesuita Paneloux. Il gesuita stesso, sconvolto
dalla crudeltà degli avvenimenti, a un certo punto metterà in dubbio la validità
della massima "sia fatta la tua volontà". Tarrou, l' uomo che, dopo un passato
ricco di esperienze, si ribella alla società costituita e, volontario dei servizi
sanitari per combattere l' epidemia, ne muore quando questa è stata pressoché
debellata. Rambert, giornalista straniero per caso nella città, che cerca con ogni
mezzo di andarsene, ma resta infine perché capisce che un uomo non può abbandonare
altri uomini che soffrono. La lotta contro il male è l' argomento di questa
cronaca, che alla fine il lettore apprende essere opera del dottor Rieux. La peste
sarà vinta, ma sul male che essa rappresenta non ci possono essere vittorie
definitive. Un dramma collettivo dunque (la peste si riveste di un evidente
significato simbolico) spinge i protagonisti del romanzo a cogliere i valori
connessi all'esistenza umana in quanto tale: "vi sono negli uomini più cose da
ammirare che da disprezzare". E questi valori sono tanto più sostanziali e
profondi quando si riferiscono all'essere umano come "l'altro", come "il prossimo":
sollecitato da una situazione esterna avversa, l'uomo scopre di essere accomunato
agli altri uomini dall'esistenza di sentimenti e aspirazioni simili- a cominciare
dal desiderio di reagire alla disperazione e alla morte.

"Invece di uccidere e morire per diventare quello che non siamo, dovremo vivere e
lasciare vivere per creare quello che realmente siamo. "

Sfruttiamo il momento, lo zoccolo è una zoccola!

luciopicca

 




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