STANOTTE...NEL DORMIVEGLIA
Stanotte, nel dormiveglia, ho avuto una di quelle illuminazioni (che in
psicologia si chiamano "allucinazioni ipnagogiche") per cui poi
generalmente scrivo dei versi: la traduco ora invece in prosa. I monumenti, le
cose antiche, fatte di pietra o legni o altre materie, le chiese, le torri, le
facciate dei palazzi, tutto questo, reso antropomorfico e come divinizzato in
una Figura unica e cosciente, si è accorto di non essere più amato, di
sopravvivere. E allora ha deciso di uccidersi: un suicidio lento e senza
clamore, ma inarrestabile. Ed ecco che tutto ciò che per secoli è sembrato
"perenne", e lo è stato in effetti fino a due-tre anni fa, di colpo
comincia a sgretolarsi, contemporaneamente. Come cioè percorso da una comune
volontà, da uno spirito. Venezia agonizza, i sassi di Matera sono pieni di topi
e serpenti, e crollano, migliaia di casali (stupendi) in Lombardia, in Toscana,
in Sicilia, stanno diventando dei ruderi: affreschi, che sembravano
incorruttibili fino a qualche anno fa, cominciano a mostrare lesioni
inguaribili. Le cose sono assolute e rigorose come i bambini e ciò che esse
decidono è definitivo e irreversibile. Se un bambino sente che non è amato e
desiderato - si sente "in più" - incoscientemente decide di ammalarsi
e morire. Così stanno facendo le cose del passato, pietre, legni, colori. E io
nel mio sogno l'ho visto chiaramente, come in una visione".
(Pier Paolo Pasolini, inedito, 5 aprile 1969).
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