venerdì 3 febbraio 2017

...da sé le proprie leggi


ANARCHIA DEL POTERE E MODELLO DI REALTÀ IN SALÒ O LE 120 GIORNATE DI SODOMA DI PASOLINI

FEDERICO SOLLAZZO

L’anarchia del potere e, si badi, la conseguente inesistenza della storia, non significa assenza di regole, bensì la capacità del potere di darsi da sé le proprie leggi.
 
Servitù volontaria (La Boétie).

Una servitù può infatti essere volontaria se e quando è consapevole, ma gli individui che oggi sono edonisticamente attratti da questo nuovo potere, pensano i pensieri del potere, parlano la lingua del potere, vestono i corpi che il potere fornisce loro, vivendo tutto questo come se fosse il frutto di una loro libera scelta


Non riesco a stilare una gerarchia, il film è talmente denso che dare la precedenza ad una sequenza significherebbe far torto alle altre. Posso però dire che personalmente sono rimasto molto colpito dall’ultima scena (forse perché quando la vidi per la prima volta non ero preparato). Quando la panoramica delle sevizie sul piazzale è accompagnata dalla musica dei Carmina Burana di Orff, e poi uno dei due ragazzi-guardiani allunga una mano su una radio e con un piccolo gesto delle dita cambia stazione, e si passa improvvisamente al motivetto di These foolish nights, sulle cui note i due iniziano spensieratamente a ballare. Mi sembra che questa scena indichi l’avvento di una nuova forma di potere, con una forza incomparabilmente maggiore alle forme precedenti di obliare anche il male più atroce, trasformandolo un ritornello orecchiabile, con un banale clic. Non è un caso che questa sia la scena finale, indica infatti una ben precisa dinamica storica delle contemporanee forme essenziali del potere, che va dal fascismo politico, al consumismo, alla tecnocrazia (e forse oggi già oltre quest’ultima).   

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