lunedì 13 marzo 2017

l’espressione del mio egoismo



Alberto Moravia


Incipit del capitolo secondo: ” L’ amore coniugale “
 

        Ho Parlato sinora di mia moglie, è tempo che dica qualcosa di me. Sono alto magro, con un viso energico dai tratti marcati e asciutti. Forse, a guardar meglio, si potrebbe scoprire qualche debolezza nella forma del mento e nel disegno della bocca; ma tant’è, ho un viso volontario e forte che non rassomiglia affatto al mio vero carattere, sebbene spieghi in parte alcune contraddizioni di esso. Forse il mio tratto più notevole è la mancanza di fondo. Qualsiasi cosa faccia o dica sono tutto quanto in quello che dico e faccio e non ho nulla in riserva su cui ricadere nel caso debba ritirarmi. Sono insomma un uomo tutto avanguardia, senza grosso dell’esercito nè retroguardia. Da questo carattere viene la mia facilità all’entusiasmo: per ogni nonnulla  mi esalto. Ma questo entusiasmo è un po’ come un cavallo che salti una siepe molto alta senza il cavaliere, il quale è rimasto a terra dieci metri addietro e morde la polvere. Voglio dire che è un entusiasmo a cui fa quasi sempre difetto il sostegno di quella forza effettiva e intima senza la quale qualsiasi entusiasmo si dissolve in velleità e retorica. E infatti sono inclinato alla retorica, a scambiare cioè le parole per fatti. La mia retorica è del genere sentimentale; poichè vorrei amare e spesso mi illudo di farlo quando invece non ho che parlato. In questi momenti ho la lagrima facile, balbetto e mi lascio andare a tutti gli atteggiamenti di un sentimento traboccante. Ma sotto queste apparenze fervide, spesso nascondo una sottigliezza acre e persino meschina che mi rende duplice e non rappresenta alcuna forza essendo semplicemente l’espressione del mio egoismo.  […]

 

 


Nessun commento:

Posta un commento